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Il Parco del Timo
venerdì 22 gennaio 2010

Ciao ragazzi!
siamo un'associazione sorta all'interno del nostro istituto, ITC Bachelet di Copertino (Lecce), intenzionata a non trascorrere tutto il giorno a scuola o sui libri =) ma con tanta voglia di guardarci intorno e dare il nostro modesto contributo per salvare l'ambiente del nostro bellissimo Salento conservando il patrimonio naturale che da sempre ci contradistingue come un delle zone per ora non violata dalla devastante mano dell'uomo. Ma provate a guardare dove camminiamo...eppure questa è un'antica strada percorsa addirittura dal periodo neolitico!

venerdì 22 gennaio 2010



Un freddo pomeriggio di autunno e...sorpresa!!! siamo con la Prof lontano dalle asettiche mura scolastiche, a passeggiare nel Parco del Timo.
Per la precisione questa è via Velardi, in località Materdomini. È un'antica strada che collega il villaggio neolitico di Riesci con il Parco Messapico di Cavallino.

venerdì 29 gennaio 2010



In una bella giornata di sole, di quelle che il nostro Salento ci offrè anche l'inverno, sarebbe bello percorrere questa strada in bici o a piedi, incontrando altri che praticano jogging o trekking e invece...

venerdì 29 gennaio 2010



...pensano di asfaltarla per farci passare le auto e i camion!!!

venerdì 29 gennaio 2010



E così anche qui non si sentirà più il canto del vento fra le fronde e il profumo del Timo che ancora spunta ai margini della strada.

La Valle della Cupa
venerdì 5 febbraio 2010


Ciao a tutti, belli e brutti!!!!!!! 
Noi siamo un gruppetto di ragazzi salentini molto scatenati, che partecipano a questo blog ambientale ….
Abbiamo trovato delle informazioni sulla Cupa.
Il toponimo “Cupa”si trova addirittura in documenti del 1648 ( e sottoliniamo 1648…) e nel Catasto Onciario del 1755.
Espressioni come “Giardino della Cupa”, “Fondo La Cupa”, “Il Cupone”, “La Cupa” sono riferimenti ancora oggi leggibili in questa zona.
Se andate un po’ a consultare una cartina geografica vedrete che quest’area è una grande depressione carsica nel grande e mitico Salento, bagnato dal mare, irradiato dal sole e accarezzato dal vento…..W lu Salentu!!!!!! 
Lo sapevate che numerose sono le testimonianze sui suoi aspetti fisico- culturali?.. Beh, adesso lo sapete, ma non è finita!
Lo studioso Cosimo De Giorgi scrisse molto della nostra amata terra. Egli definì la Cupa il “Tivoli” dei leccesi in quanto, per la fertilità della terra e la vicinanza a Lecce, la zona rappresentava una meta ambita per il bel mondo leccese. Nel ‘500 esisteva, perciò, una fitta rete viaria che da Lecce attraversava la Cupa; tali strade sono riportate anche in alcuni documenti del ‘600 e del ‘700 (la vecchia strada Lecce- Copertino, la strada che da Porta Rudiae portava a Leverano).
La fertilità del terreno, la disponibilità d’acqua per la presenza di una falda poco profonda, la presenza di banchi di calcarenite da sfruttare come materiale da costruzione: tutto ciò facilitò lo sviluppo d’insediamenti e attività umani nella Cupa, fin dalla notte dei tempi.
Dell’antica bellezza di questi luoghi, ahimè, restano oggi ben poche testimonianze. Ma il fascino ancora intatto e incontaminato di questa campagna incanta e attira a sé, come una magia, il viaggiatore più sensibile.
E torniamo allo scopo per cui è nato il nostro blog. Un pezzo di un’antica strada è stato già asfaltato e potrebbe così sparire, prima o poi… Aiutateci a costruire, invece, “Il Parco del timo”…
Federica Pagano, Aurora Pellegrino, Sara Raganato, Walter Re, Serena Vantaggiato

La neviera
venerdì 19 Febbraio 2010


C’era una volta, tanto tempo fa, quando ancora frigoriferi e congelatori non erano ancora stati inventati … la neviera.
In passato, l’uomo, per poter godere del privilegio di avere bevande e cibi freddi durante i mesi torridi, s’ingegnò utilizzando ciò che la natura gli offriva: la neve. Essa era merce preziosa e un’abbondante nevicata era considerata una benedizione. Con ogni mezzo l’uomo cercò di utilizzare questo...”oro bianco” anche quando madre natura non lo forniva, durante l’assetata estate.
Era consuetudine utilizzare la neve bianca sia per uso alimentare sia per quello medico. Serviva per preparare deliziosi sorbetti e bevande dissetanti, per conservare i cibi, come riserva di acqua potabile nei frequenti periodi di siccità. Ma era utilizzata anche per curare febbre, ascessi, contusioni, infezioni intestinali, ecc. La neve nera o grezza era destinata, invece, ad altri usi.
Da noi la neve era ed è un avvenimento raro: mediamente ogni due, e spesso tre e quattro anni (Nota di chi scrive: quest’anno abbiamo sperato di vederla alla fine di gennaio, ma ci siamo accontentati di qualche fiocco … ciao sogni di una vacanza fuori programma!!!).
La neve ci arrivava da Napoli, ma abbiamo scoperto che Altamura, Minervino, Santeramo, Locorotondo e altri comuni delle Murge erano grandi esportatori di neve. Ci chiediamo: perché acquistarla da così lontano? Se qualcuno lo sa, ci faccia sapere, grazie!
La “nostra” neviera, poco distante dalla strada Velardi, apparentemente sembra una buca che ci ha fatto pensare al film “Io non ho paura” (ricordate la fossa dove il piccolo ostaggio era nascosto?). In realtà è una curiosa testimonianza dell’ingegno e della fatica dell’uomo.
Si tratta di una cisterna scavata per diversi metri e realizzata con specifici accorgimenti tecnici, divisa in più scomparti. Ovviamente, sul fondo della cisterna venivano collocate fascine di sarmenti, per evitare che il ghiaccio, formatosi successivamente, aderisse al pavimento, e per facilitare lo scolo delle acque prodotto dal lento sciogliersi del ghiaccio stesso.
Quindi la neve veniva spianata e compressa con forti palate per ottenere enormi parallelepipedi alti 20-30 cm. separati tra loro, a diversi livelli, da strati di paglia alti ca. 10 cm. per favorire, al momento opportuno, il distacco dei blocchi.
Aspettiamo numerosi commenti su questo argomento e molto altro.
Da: Federica Pagano, Aurora Pellegrino, Sara Raganato, Walter Re, Serena Vantaggiato.

Diventa notizia di cronaca locale il nostro progetto
venerdì 19 Febbraio 2010



Per leggere l'articolo pubblicato sul CorriereSalentino.it clicca sull'immagine

La parola al nostro esperto che ci ha supportato nella stesura del progetto di valorizzazzione e tutela
venerdì 19 Febbraio 2010



IL DISTRETTO AGRICOLO DEL VILLAGGIO NEOLITICO DI RIESCI


Le genti del neolitico attuarono il passaggio da un modello di vita di appropriazione a un sistema di produzione, divenendo stanziali integrarono le primordiali attività di caccia e raccolta con le prime esperienze agricole e pastorali.
La comunità umana, che si stabilì a Riesci in agro di Arnesano (Lecce), ha lasciato a testimonianza della sua presenza, utensili in selce e ossidiana, frammenti di terracotta (C. De Giorgi 1887), fondi di capanne con intorno i fori dei pali, vasche di raccolta dell’acqua, fosse di combustione, alcuni tratti di muro megalitico, oltre ad un articolato sistema viario (L.P.Pati 2006).
La testimonianza più nota, ampiamente trattata in letteratura, è la sepoltura a grotticella artificiale scoperta nel 1968, completa di corredo, conservato nel Museo Nazionale di Taranto, costituito da tre vasi “tipo Diana” e un idoletto litico antropomorfo. Il corredo funerario, in un primo momento, aveva indotto a credere che fosse il prodotto del neolitico finale, 2400 a.C. (F.G. Lo Porto 1972), ma, il rinvenimento di una tomba nel 2001 a Carpignano Salentino (Lecce), datata alla metà del V millennio a.C., del tutto simile a quella di Arnesano (E. Ingravallo, I. Tiberi 2007), riporta l’ effettiva datazione della sepoltura indietro di qualche millennio e riapre il dibattito sull’età dell’insediamento.
Le basi del villaggio di Riesci fondano a 20 m sopra il livello del mare, su un pianoro calvo di tufo che è, il “relitto geologico” della porzione di mare intrappolato all’interno del naturale anfiteatro nella valle della Cupa, in fase di emersione dell’ultima attività tettonica che ha interessato la penisola salentina.
L’area in oggetto di forma ellittica è un bacino endoreico, senza deflusso a mare, definito dalla isoipsa dei 50 m s.l.m., compreso dai due distinti sistemi orografici delle serre, del nord e del sud Salento, si infossa a 16 mt s.l.m. nell’impluvio naturale di fondovalle, contrada Materdomini, dove defluiscono le acque meteoriche. Nei millenni conseguenti all’ultima glaciazione, si è alluvionato uno strato di terreno fertile e ricco di elementi vegetali (terra cupa).
Come un’isola illuminata a cielo aperto nella foresta primigenia, questa porzione di territorio iniziò ad allargarsi a causa della deforestazione, attuata per acquisire terreni da coltivare e per il pascolo, ma anche per reperire legna da ardere o da utilizzare per la costruzione di capanne (P. Laureano 1993).
Questo contesto paesaggistico, deve essere stato ottimale alle esigenze della comunità che scelse di occupare quest’area, centrale all’interno della penisola, a qualche ora di cammino dal mare, circondata da una foresta ricca di selvaggina e da un fertile terreno adatto a una agricoltura non irrigua, quale era quella originaria; abbondavano verdure selvatiche in tutte le stagione e risorse naturali di ogni tipo.
Dal villaggio parte a raggiera un reticolo di vie di comunicazione, anche quelle preesistenti all’insediamento che sono state le correnti di penetrazione dell’intera penisola (D.Novembre 1971), come la strada cardinale vecchia Carmiano, transito orientato est-ovest da mare a mare e la strada maestra, allineata ai menhir di S. Donato, Lequile, Novoli e Campi Salentina, longitudinale al bacino della Cupa, che lo attraversa da sud-est a nord-ovest; a margine di questa fu rinvenuta una gora ossifera con resti di fauna del quaternario (U. Botti 1901), tra cui una zanna fossile di elephas antiquus, ambita preda dell’ uomo del paleolitico.
Queste due strade, con quella che porta da un verso a Surbo e dall’altro a Copertino, racchiudono in un triangolo l’area archeologica di Riesci.
A Surbo e a Copertino sono stati rinvenuti due “ripostigli di asce” del bronzo (D. Novembre 1971).
Una strada, ancora in gran parte esistente, collegava il villaggio neolitico di Riesci con l’abitato dell’età del bronzo di Cavallino, a metà di essa, in epoca messapica si sviluppò la città di Rudiae, praticamente sono distribuite in 10 km le più significative presenze preromane della valle della Cupa.
Il primo tratto di questa antica strada (via Velardi), in località Materdomini, mediamente posto a 16 mt s.l.m, interamente inciso nel banco di tufo affiorante che dal lato est dell’area del villaggio si sviluppa lungo il solco d’impluvio del bacino della Cupa, i cui bordi sono segnati con muri a secco di pietre di tufo che hanno costituito una naturale protezione alle secolari piante di timo radicate nelle fratture della roccia. Con un progetto realizzato dall’Istituto Tecnico Commerciale Bachelet di Copertino (Lecce), nelle finalità del concorso per la scuola secondaria di II grado, indetto dal FAI, Fondo Ambiente Italiano, si vuole valorizzare questo angolo di paesaggio.
Dalle tesi esposte e dalla consultazione della bibliografia elencata nello studio di G. Neglia del 1970, Il fenomeno delle cinte di specchie della penisola salentina, sono individuabili su base toponomastica dieci specchie, ubicate lungo le vie di comunicazione che a 360° si diramano dal villaggio.
Le specchie, monumentali ammassi di pietre sotto forma di cumulo, “celebri e misteriose” sono una peculiare testimonianza del Salento antico.
Quelle che costituiscono la cinta intorno all’insediamento di Riesci, costruite a corona del territorio sottratto alla foresta, a comunicarne il possesso, sono, partendo dalla specchia posta a nord, di seguito elencate in senso antiorario con indicata in metri la quota altimetrica sul livello del mare e in chilometri la distanza approssimativa dal villaggio. Risultano visivamente collegate tra loro.

• specchia di Trepuzzi, m 48 s.l.m., km 6,500 ;
• specchia di S. Croce a Campi, m 32 s.l.m., km 6,750;
• specchia di Carmiano, m 37 s.l.m., km 6,250;
• specchia del Saetta a Monteroni, m 36 s.l.m., km 5,250;
• specchia di Vittorio a iorni , m 50 s.l.m., km 8,250;
• specchia di S. Donato, m 82 s.l.m., km 11,500;
• specchia di Ussano, m 87 s.l.m., km 10,750 ;
• specchione di Cavallino, m 46 s.l.m., km 9,250;
• specchia de Lauris a Lecce;
• specchia de Tremititis a Surbo;

di queste due ultime è incerta la loro localizzazione ( C. De Giorgi).

Senza uno studio di compatibilità con il contesto archeologico, senza autorizzazione paesaggistica e senza alcun parere espresso dalla Soprintendenza su questo patrimonio, simbolo di una parte della storia antica di tutti i pugliesi, in particolare sull’area preistorica di Riesci, con un progetto del Comune di Arnesano, finanziato nell’ottobre 2009 dalla Regione, che chiamano “ programmi integrati di riqualificazione delle periferie” (PIRP), con motivazioni molto stringate, saranno costruite alcune palazzine. Una parte del tratto dell’antica strada che si voleva proporre a vincolo paesaggistico, con la costituzione del “Parco del timo” è stata già asfaltata.

Arnesano febbraio 2010

Luigi Paolo Pati

venerdì 19 Febbraio 2010


Ciao ragazzi, ci avete riconosciuto? ebbene si, siamo proprio noi le ragazze della I^D il giorno in cui per la prima volta ci siamo recate per percorrere la strada Velardi e prendere contatto con il futuro, ci auguriamo, Parco Del Timo obbiettivo finale del nostro lavoro.

Un articolo che scotta
venerdì 26 febbraio 2010


Nell'archivio di ""La Gazzetta Del Mezzogiorno" abbiamo rintracciato un articolo pubblicato nel mese di dicembre l'anno scorso laddove si denunciava l'inizio di quella opera devastante che noi vogliamo fermare con il nostro progetto: "una calata di cemento che annulla la storia nel nostro passato".

Subito in conatto con le autorità competenti!
venerdì 26 febbraio 2010


La nostra denuncia al Comune di Arnesano nella cui circoscrizione territoriale è situata via Velardi in data ottobre 2009 subito dopo aver constatato che erano iniziati i lavori di asfalto.

Striscia...il blog
sabato 27 febbraio 2010


Abbiamo pensato: perchè non segnalare l'Antica strada Velardi alla redazione di Striscia? Ne abbiamo parlato alla Prof Cappello, che una mattina ha provato a inviare una mail...

Striscia...il blog
sabato 27 febbraio 2010


...e la sera dello stesso giorno ha ricevuto la risposta.
Dovremo avere pazienza, ma speriamo che la nostra strada non venga asfaltata, nel frattempo.

Venerdì 19 Marzo 2010


Pomeriggio di metà Marzo: nell'aria si sente già il primo tepore della vicina primavera.
Vi presentiamo il video girato quel giorno e ci scusiamo per la qualità dell'immagine: siamo ragazzi!!!

ROBY E KRIS. una favola moderna nel Parco del Timo
Venerdì 19 Marzo 2010


1^PARTE
“Queste gioie violente hanno violenta fine. Muoiono nel loro trionfo come la polvere da sparo e il fuoco. Che si consumano al primo bacio”
Tutti conoscono la storia di Romeo & Giulietta e del loro amore eterno... tutte le ragazze sognano un amore vero, dolce, romantico come il loro, ma l’amore, quello vero, fa anche soffrire... e quando il sentimento è forte e coinvolgente una delusione può addirittura portare alla morte.
Roberto aveva 18 anni... pochi amici... buoni voti... viveva nella solitudine più assoluta, dovuta ad una situazione familiare al quanto complicata.
Quando Roberto aveva 12 anni la madre scoprì l’infedeltà del marito e così, dopo un forte litigio, si separarono. Lui andò vivere con il padre, in una casa molto accogliente situata in un tranquillo paesino in provincia di Lecce. Negli anni il rapporto con la madre peggiorò a causa della lontananza e quello con il padre non era da meno. Rob amava la solitudine e la tranquillità...comunque sia sentiva la mancanza di qualcosa...
Durante le vacanze estive trascorreva quasi tutti i pomeriggi nel “Parco del Timo”, in aperta campagna, a contatto con la natura, disteso sull’erba a leggere romanzi. Finché un pomeriggio, simile a tutti gli altri, accadde qualcosa che cambiò radicalmente la vita monotona di Roberto. Quel giorno il parco era quasi deserto non c’era il solito via vai di sportivi praticanti ciclismo e jogging. Era sotto un albero al fresco a leggere l’ultimo libro di Stephenie Meyer; era tanto assorto nella lettura che non si accorse dell’arrivo di un auto; era un Audi Coupè nero metallizzato, silenziosa e potentissima. Alla guida un uomo imbronciato, infuriato dall’aria sinistra.
Una ragazza scese dal posto del passeggero sbattendo la portiera, e si diresse nel parco farfugliando. Con passo veloce attraversò il parco con un aria cupa. Roberto notò l’avvicinarsi della ragazza con la coda dell’occhio, la seguì sottecchi mentre gli passava davanti. Aveva i capelli legati in una coda, erano di un colore nero, come una notte senza stelle; leggermente truccata, un viso delicato, indossava un dolce vita e una e una felpa nera, i jeans erano aderenti; aveva un fisico da modella e nonostante camminasse a gran passo si muoveva con molta grazia. La ragazza di sfuggita guardò Roberto ma quel breve incontro di sguardi bastò per aprire la porta al nuovo paradiso. I suoi occhi erano neri e attiravano l’attenzione di chiunque. La ragazza si fermò qualche metro dopo, all’ombra di un albero molto folto: attraverso la chioma un paio di raggi di sole,come in certi cartoni animati. La ragazza estrasse un libro e una penna, si sedette con le spalle contro l’albero e iniziò a scrivere. Roberto la guardava, l’unica cosa che pensava era che la sua bellezza sembrava UNICA, la rabbia, sul suo volto ormai calmo e rilassato, sembrava non esserci mai stata. Leggeva Shakespeare, Roberto aveva voglia di fare la sua conoscenza, ma era troppo timido per farsi avanti, così nel tempo in cui passava a pensare al da farsi, lei gli si avvicinò; gli si sedette affianco e gli disse: “Ciao” lui restò sorpreso. “Ci-ciao!!” balbettò. Porgendogli la mano lei disse: “ Kristina, piacere”, “Cosa stai leggendo??”proseguì. “Oh...ehm... Breaking dawn... comunque.. mi chiamo Roberto” disse abbozzando un sorriso. “Tu cosa leggi?” lei sorrise “Romeo & Giulietta” proseguì “Tu frequenti le superiori qui, vero?” Roberto restò col fiato corto, gli parve strano che lei lo conoscesse, fece un sospiro e rispose “Sì, anche tu?” “Sì, sono nuova, sono arrivata una settimana fa da Firenze”. La conversazione proseguì liscia, le battute non mancavano e continuarono a vedersi, incontrandosi al parco e leggere insieme romanzi.
Nelle settimane seguenti la loro amicizia si rafforzò così tanto che passarono intere giornate insieme. Finché un giorno, le cose tra Roberto e Kristina si complicarono.

Venerdì 19 Marzo 2010


2^PARTE
L’uomo che il primo giorno aveva accompagnato lei al parco era Max, l’ex fidanzato di Kristina: si erano appena lasciati, ma lui non aveva mai smesso di essere esageratamente geloso nei suoi confronti. Era il 27 Agosto, mentre Roberto e Kristina si avviavano sotto il solito albero, Max li aspettava ad un metro di distanza dalle radici che fuori uscivano dal terreno... Kristina lo guardò sorpresa con occhi sgranati, restò immobile, impietrita, con gli occhi colmi di paura. Roberto si voltò a guardarla, sorpreso, non conosceva Max, non l’aveva mai sentito nominare e non riusciva a capire cosa stesse realmente accadendo. Infine Max avanzò di gran passo verso i due, e accadde tutto molto, molto velocemente. Con una gomitata Max atterrò Roberto e con la mano sinistra afferrò il braccio di Kristina, urlandole contro e ordinandole di seguirlo, Roberto si rialzò da terra e in un gesto di coraggio si lanciò addosso a Max riuscendo a scagliarlo per terra: si presero a botte. Kristina urlava dalla paura, con gli occhi gonfi di lacrime. Voleva fermarli, chiedere aiuto ma il parco era deserto!! Max aveva la meglio su Rob; era alto, forzuto, muscoloso!! Si vedeva da lontano che era il classico tipo arrogante!! Kristina si lanciò tra i due, Max per allontanarla le diede un forte gomitata sul petto, Kristina fece qualche passo indietro e inciampò in una pietra, sbattendo la testa contro le grosse radici di un albero alle sue spalle. Kristina perse del tutto i sensi. Nel frattempo Max, mentre picchiava, si accorse dell’arrivo dell’auto della polizia e cercò di scappare, Kristina aveva perso conoscenza e Rob era per terra che sputava sangue. I due poliziotti scesero veloci dall’auto e chiamarono l’ambulanza. Grazie all’aiuto dei paramedici Kristina e Roberto si ripresero in un’ ora. Dopo di che furono portati in centrale. Max aveva dei precedenti penali, quando Kristina lo aveva scoperto lo aveva lasciato, a lui non aveva alcun’intenzione di lasciarla andare via e quando ha scoperto che Kristina frequentava Roberto, la furia lo aveva fato impazzire. Kristina e Roberto furono rilasciati, quanto a Max restò qualche notte in cella.
Kristina si sentiva rammaricata, non avrebbe mai voluto mettere nei guai Roberto, gli si era affezionata e dopo qualche vicenda l’unica cosa che riusciva a pensare era che se quel giorno non si fosse avvicinata a fare la sua conoscenza ora Roberto non avrebbe il volto sfigurato da lividi. Roberto non smetteva mai di pensare a Kristina. Sentiva che non era una semplice amicizia ciò che provava ma era certo di non essere ricambiato. Lei era troppo bella, troppo perfetta, troppo superiore a lui. E tanto era il tempo che avevano passato insieme che era l’unica cosa in cui credeva era che...l’Amore è irrazionale! Più ami qualcuno, più perdi il senso delle cose... La scuola era ricominciata, Roberto aveva smesso di studiare, di leggere, non era mai in casa e a malapena frequentava la scuola. Kristina gli aveva rubato il cuore, per lui non esisteva nessun altra se non la sua Kris. Ma ne soffriva parecchio, no si vedevano da molto tempo. Un mese dopo, Roberto trovò un bigliettino bianco tra la posta. La scrittura era disordinata, non si capiva molto ciò che c’era scritto, Roberto restò perplesso: “Non credere sia finito tutto, lei è mia!” restò con occhi spalancati, capì subito chi fosse il mittente. Max era tornato. Roberto era confuso, non sapeva bene cosa dovesse fare, ma in automatico corse verso il telefono e alzò la cornetta, mentre era intento a digitare il numero, si fermò. Voleva chiamare Kristina. Ma era da tanto che non si sentivano...non poteva chiamarla e sconvolgerle la vita dicendole che quello psicopatico del suo ex aveva fatto arrivare le sue tutt'altro che gentili minacce! La situazione era fin troppo delicata, la cosa più certa era che Max non si sarebbe fermato: per niente al mondo. Roberto doveva fare qualcosa, per difendere Kristina dal suo maniaco ossessivo personale e per uscire vivi da quella situazione. Prese in mano l’elenco telefonico e cercherò il numero di Max. dopo di ché uno squillo...due...tre: “Pronto? Chi è?” ad un tratto Roberto prese fiato e rispose: “Facciamola finita! Alle 17, lo stesso posto del nostro ultimo incontro!” Roberto riattaccò. In quel momento c’erano molte cose che avrebbe voluto fare e tante altre che avrebbe voluto evitare. Beh, tra queste ultime era incluso l’aver conosciuto Max, ovviamente!

Sabato 20 Marzo 2010


3^PARTE
Erano le 16:30, Roberto era già sul posto... non sapeva neanche lui il motivo, forse per paura, ma aveva nascosto un coltellino nella tasca posteriore dei jeans. Ignaro di ciò che in realtà lo aspettava. Ad un tratto si udì il rumore di passi pesanti. Roberto si voltò, molto lentamente, ed eccolo lì, Max era fermo immobile di fronte a lui e gli puntava una pistola contro la testa! Roberto sobbalzò dallo spavento! Credeva di essere già morto! Era entrato in iperventilazione! Le gambe gli tremavano! Chi avrebbe mai pensato che un ragazzo così tranquillo e pacifico avrebbe fatto una morte così orribile per puro Amore?! Iniziò a piovere, il terreno iniziava ad essere scivoloso e i due non smettevano di fissarsi negli occhi. Roberto, con lo sguardo colmo di paura! Max, pieno (fin troppo) di sicurezza, abbozzando un sorriso di disprezzo, prese fiato e scandì molto bene la frase: “Hai detto di farla finita; beh, volevo divertirmi un altro po’ ma… ucciderti prima o dopo, ora non ha molta importanza, grazie per essere venuto nella tana del Lupo!!” Roberto con le mani alzate, tremante dalla paura! , abbassò lo sguardo e sussurrò: “Ti amo, Kris! Ricordami!” Il cielo era scuro ormai pioveva forte; tutto d’un tratto si sentì un urlo! “No! Max! No!”, Roberto si voltò alla sua destra! Vide Kristina buttarsi addosso a Max, ma mentre i due cadevano partì un colpo dalla pistola di Max che colpì in petto Roberto! Il ragazzo si accasciò per terra con lo sguardo sbarrato! Kristina si rialzò ma la pioggia aveva reso la terra bagnata e la ragazza scivolò nell’intento di buttarsi ad aiutare Roberto! L’erba coperta di sangue.. E poi uno strillo forte:”No!! Rob!! No!! Non mi lasciare! No!!” Kristina si gettò su Roberto e lo strinse forte a sé. Tra le lacrime di dolore e le urla, la pioggia smise di cadere, Kris si voltò vedendo la pistola di Max per terra, lui la guardava negli occhi confuso! Probabilmente si chiedeva come avesse fatto Kristina ad arrivare lì...

Lei si gettò e prese in mano l’arma, la puntò verso Max e con lo sguardo pieno di rabbia e rancore stava per premere il grilletto. Poi, si voltò verso Roberto, si accorse che stava appena riuscendo a respirare. Tenendo l’arma puntata su Max, prese il cellulare e chiamò la polizia e l’ambulanza. I soccorsi arrivarono appena 10 minuti dopo. Roberto fu portato in ospedale d’urgenza, e Max fu denunciato; al processo gli avrebbero dato molti anni di galera. I suoi precedenti non gli facevano onore: furto in banca, furto d’auto, spaccio di droga e tentato omicidio!!
Roberto e Kristina?! Volete realmente sapere come è andata a finire? Una settimana dopo lo scontro successe qualcosa di inaspettato! Kristina arrivò a casa di Roberto. Lui era sorpreso, Kristina non andava mai da Roberto senza prima avvertire del suo arrivo... Guardandolo fisso negli occhi gli disse seria “Dobbiamo parlare, Roberto. È da tanto che ci penso” “Certo! Entra pure!” rispose Roberto. “No, è meglio se facciamo un giro!” ribadì lei. “Okay, come vuoi” uscirono di casa; mentre passeggiavano lei attacco discorso “Come va? Tutto Okay a casa?” “Ehm, sì... i miei sono tornati insieme ma sono più preoccupato per te... è successo qualcosa?” “Sai ti vedo...strana!!” aggiunse. “Tranquillo, è tutto okay” proseguì lei “devo dirti una cosa molto importante” “Ti ascolto...” disse Roberto tentennando. “Mi sei mancato molto in quelle settimane in cui non ci siamo visti... mi sono sembrate un’eternità!” lui restò sbalordito, con occhi meravigliati “Anche tu mi sei mancata tanto... non è lo stesso senza di te!” abbozzò un mezzo sorriso e proseguì “Senti, stavo pensando se ti andrebbe di....” a quel punto, Roberto fu travolto dal panico, voleva invitarla a cena, era il suo primo vero appuntamento. In quel momento tutto ciò che lo preoccupava era il rifiuto ma cercò il coraggio e proseguì “ Ecco...mi chiedevo se ti farebbe piacere, qualche sera... sempre se non hai già impegni, certo. Perché altrimenti non sarebbe un problema...” lei lo fermò mettendo la mano vicino la bocca e rispondendo “Sì, ti aspetto domani alle otto sotto casa mia” e fece quel sorriso sghembo per cui Roberto perdeva la testa. Entusiasta disse “Va- va bene...a domani allora”. Le cose erano state più semplici di quanto pensasse... era fatta!! La sera seguente fu una grande serata. Dopo cena, Rob e Kris erano sulla strada del ritorno, ogni tanto c’era uno scambio di sguardi e dolci sorrisi... arrivati sotto casa di Kristina lui disse “Kris, tu....tu mi piaci davvero tanto... per me è una sensazione nuova, non ho mai provato nulla di tutto questo... vorrei che fosse lo stesso per te...”. Volete realmente sapere come è andata a finire? Lei gli si avvicinò, gli prese il viso tra le piccole mani delicate e a distanza di un dito dalle sue labbra, sussurrò piano “Io ti voglio bene, sei così dolce che non avrei mai il coraggio di lasciarti, io già Ti amo!!” e poi le labbra iniziarono a sfiorarsi dolcemente, lentamente, mentre i due cuori battevano forte. Roberto ebbe chiara la consapevolezza che il loro era un Amore Eterno.

Viva l’amore ♥
Stifanelli Valentina

Il Parco nella nostra Fantasia
Sabato 20 Marzo 2010





Ciao ragazzi!
Come va? A noi alla grande!
Un pomeriggio, pieni di entusiasmo, ci siamo sbizzarriti a ritrarre con la nostra immaginazione questo luogo antico che con la bellezza ci ha conquistato.
Avrete già capito che questo luogo è il mitico Parco del Timo.
I nostri disegni vorrebbero rappresentare un ambiente spettacolare, così come noi lo sogniamo.
Un luogo che da millenni è un paradiso di pace e tranquillità, dove potersi rilassare lontano dal chiasso, dal puzzo del traffico e dalla stressante monotonia della vita moderna.
Un luogo che dal primo giorno che il nostro sguardo ha incrociato il suo mondo, ricco di storia, di realtà e di sogni, ci ha fatto capire che una natura così calda, affascinante non può essere distrutta, anzi NON DEVE ESSERE DISTRUTTA!

Ragazzi, a malincuore tra un po’ il nostro percorso si concluderà. Ma noi siamo contenti di aver avuto degli amici come voi e speriamo che con la nostra semplicità e giovinezza siamo riusciti a far capire che il Parco non deve essere distrutto, perché per noi è come se fosse distrutta una parte di noi.
A presto!!! Vi vogliamo bene. ☺
P.S. Ringraziamo Emanuele e Mirko che ci hanno dato una mano per il disegno.
Aurora, Federica, Sara, Serena, Walter